16 Settembre 2025

La notizia dell’improvvisa dipartita di Biagio Pace, dopo la iniziale incredulità, ci ha letteralmente tramortiti e storditi, gettando nello sconforto tutti coloro i quali abbiamo avuto la fortuna di poterlo conoscere e frequentare.
Stamane il COA di Caltagirone, unitamente ad alcuni colleghi del Foro, gli ha reso omaggio, consegnando ai parenti la sua toga (custodita negli armadietti del Tribunale) con cui verrà coperto il feretro, e apponendo sulla sua giacca la spilla distintiva dell’Ordine, cui Biagio si onorava di appartenere.
L’inizio delle udienze in Tribunale è stato preceduto da un momento di raccoglimento in sua memoria.
In queste occasioni è facile correre il pericolo di cadere nella stucchevole retorica, ma nel caso di Biagio si è perfettamente consapevoli che ogni parola, ogni ricordo, ogni aneddoto riguardante la sua persona, rappresentano il frutto di una vera, autentica e genuina manifestazione di stima, apprezzamento ed affetto.
Diceva Mark Twain “La gentilezza è una lingua che il sordo può sentire e il cieco può vedere”, volendo attribuire ad essa un valore universalmente comprensibile, altamente democratico, capace di colmare le differenze e creare rapporti sociali inclusivi.
E Biagio era egli stesso la gentilezza, una persona perbene, colta e garbata, con la sua incomparabile e raffinata ironia, degna virtù di una persona intelligente, che gli ha permesso di superare le difficoltà con maggiore leggerezza ed una prospettiva diversa.
Qualcuno lo definirà “𝘶𝘯 𝘶𝘰𝘮𝘰 𝘥𝘪 𝘢𝘭𝘵𝘳𝘪 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘪”, io preferisco “𝘶𝘯 𝘶𝘰𝘮𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘪”, un esempio di lealtà, probità, correttezza, dignità che tutte le generazioni di avvocati dovrebbero seguire.
Biagio era un nobile, aggiungo, d’animo, prima che di origine.
Ciao Biagio.

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Modificato: 16 Settembre 2025